DALLE GIORNATE DI BERTINORO PER L’ECONOMIA CIVILE

25 ottobre 2018 – L’impatto delle tecnologie convergenti, il valore sociale nell’era dell’Intelligenza Artificiale, piattaforme inclusive e collaborative ad impatto sociale sono stati i temi affrontati quest’anno.

Bilancio positivo per la XVIII edizione delle Giornate di Bertinoro (FC) per l’Economia Civile che si è chiusa il 13 ottobre 2018 registrando un record di presenze con quasi 300 partecipanti.

L’impatto delle tecnologie convergenti, il valore sociale nell’era dell’Intelligenza Artificiale, piattaforme inclusive e collaborative ad impatto sociale sono stati i temi affrontati quest’anno.

La Sessione di Chiusura Rigenerare democrazia e innovazione sociale nella IV Rivoluzione Industriale ha visto la partecipazione di Enzo Risso, Direttore SWG; Stefano Zamagni, Università di Bologna; Leonardo Becchetti, Università di Roma Tor Vergata; Ivana Pais, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano; Enzo Rullani, Centro Tedis, Venice International University; Enrico Loccioni, Presidente Loccioni e Claudia Fiaschi, Portavoce Forum Nazionale del Terzo settore.

I lavori hanno preso il via con Enzo Risso, Direttore SWG, che ha presentato l’indagine “Società: paure e desideri nell’Era 4.0” – realizzata su incarico di AICCON – sull’opinione pubblica rispetto alle principali conseguenze derivanti dalle innovazioni introdotte nell’Era 4.0.

Secondo quanto emerge dallo studio, le principali conseguenze dell’avvento dell’Industria 4.0 sono per molti una perdita secca di posti di lavoro (42%) e altri danni collaterali, come, ad esempio, il bisogno di minori professionalità basse (faranno tutto le macchine) e di nuove professionalità iper specializzate (36%).

Complessivamente l’utilizzo di robot e di Intelligenza Artificiale produrrà, secondo l’opinione pubblica, vantaggi alle imprese che vedranno lievitare i propri profitti (72%).

Le previsioni illustrano un sostanziale e generalizzato peggioramento della qualità della vita e del lavoro; la riduzione dei livelli di benessere, degli stipendi, delle opportunità e delle libertà, nonché la crescita dell’incertezza di vita e relazionale.

Tra dubbi e preoccupazioni per l’occupazione resta comunque predominante la percezione che la tecnologia può rendere l’economia più sociale.

Lo testimonia il fatto che che più della metà degli intervistati sugli atteggiamenti nell’economia futura reputi importante condivisione (64%) e mutualismo (51%). 

La tecnologia applicata al sistema di produzione – spiega il direttore scientifico di Swg, Enzo Risso –genera la paura che si riduca la possibilità di trovare occupazione, mentre per le singole persone la percezione è positiva. Secondo l’opinione pubblica le sfide per un’economia futura sono il benessere lavorativo (76%), il coinvolgimento attivo dei lavoratori nella vita d’impresa (72%), lo sviluppo di senso etico (71%) ed il rispetto e la tutela dei valori etico-sociale (71%)”.

Società Generale Operaia di Mutuo Soccorso di Pinerolo, 170 anni di mutuo soccorso

Pinerolo 170Pinerolo, 18 settembre 2018 – Giungono al termine le manifestazioni dedicate al 170°anniversario della nascita della prima società di mutuo soccorso in Italia, la Società Generale Operaia di Mutuo Soccorso di Pinerolo, avvenuta il 12 ottobre 1848.

Le manifestazioni dedicate  a Pinerolo, hanno avuto inizio il 15 febbraio al Tempio Valdese di Pinerolo con l’incontro Condividere la libertà. Percorsi comuni tra minoranze religiose e associazionismo mutualistico e sono proseguite durante tutto l’anno. La giornate conclusive si svolgeranno a Pinerolo, da Venerdì 12 a Domenica 14 ottobre, e sarà anche l’occasione per un momento di riflessione e condivisione sulla mutualità e sul ruolo che le Società di Mutuo Soccorso svolgono ancora oggi nel nostro Paese.

Avviso: Informiamo che l’incontro previsto in programma, a Torino sabato 13 dalle ore 10 alle 13, “È una lunga storia origine e sviluppo del mutualismo italiano” è stato annullato.

 

Al seguente link il Programma della manifestazione “Lavorando per un sogno” 170 anni di mutuo soccorso Pinerolo 1848 – 2018

Fondazione GIMBE: 3° Rapporto sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale

cofRoma, 10 luglio 2018 – La Fondazione GIMBE ha presentato il 5 giugno presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica il 3° Rapporto sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale: «La Fondazione GIMBE – esordisce il Presidente Nino Cartabellotta – ribadisce che non esiste alcun disegno occulto di smantellamento e privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, ma continua a mancare un piano preciso di salvataggio. Nella consapevolezza che la sanità rappresenta sia un considerevole capitolo di spesa pubblica da ottimizzare, sia una leva di sviluppo economico da sostenere, il Rapporto valuta con una prospettiva di medio termine il tema della sostenibilità del SSN, ripartendo dal suo obiettivo primario: promuovere, mantenere e recuperare la salute delle persone».

Il Rapporto si apre con i risultati di una revisione sistematica delle “classifiche” internazionali che valutano le performance dei sistemi sanitari. «Occorre fermare le strumentalizzazioni nel dibattito pubblico e nelle comunicazioni istituzionali – puntualizza il Presidente – che decantano prestigiose posizioni del nostro SSN in classifiche ormai obsolete (2° posto nella classifica OMS del 2000 con dati 1997), oppure che mettono in relazione l’aspettativa di vita con la spesa sanitaria pro-capite (3° posto nella classifica Bloomberg) per cui meno spendiamo più scaliamo la classifica, visto che la longevità dipende soprattutto da altre ragioni». Il sistema più completo e aggiornato per individuare le aree di miglioramento è quello dell’OCSE, che non stila tuttavia nessuna classifica: al fine di condividere le criticità e valutare le azioni necessarie per allinearsi a standard internazionali, il Rapporto ha analizzato 194 indicatori riportando per 151 di essi la posizione in classifica del nostro SSN, il dato nazionale e la media OCSE.

Il Rapporto analizza poi la spesa sanitaria 2016 che, secondo le stime effettuate, ammonta a € 157,613 miliardi di cui: € 112,182 miliardi di spesa pubblica; € 45,431 miliardi di spesa privata di cui € 5,601 miliardi di spesa intermediata (€ 3,831 miliardi da fondi sanitari, € 0,593 miliardi da polizze individuali, € 1,177 miliardi da altri enti) e € 39,830 miliardi di spesa a carico delle famiglie (out-of-pocket). «Al di là di rivalutare cifre assolute e composizione percentuale della spesa sanitaria- spiega Cartabellotta – la vera sfida è identificare il ritorno in termini di salute delle risorse investite (value for money): le nostre stime preliminari dimostrano che il 19% della spesa pubblica, almeno il 40% di quella out-of-pocket ed il 50% di quella intermediata non producono alcun ritorno in termini di salute».

La terza sezione approfondisce le macro-determinanti della crisi di sostenibilità del SSN.

Definanziamento pubblico. Nel periodo 2013-2018 a fronte di quasi € 7 miliardi di aumento nominale del finanziamento, ne sono “sopravvissuti” meno di € 6; nel periodo 2015-2018 l’attuazione degli obiettivi di finanza pubblica ha sottratto, rispetto ai livelli programmati, € 12,11 miliardi. «Con tale definanziamento progressivo – precisa Cartabellotta – l’Italia continua inesorabilmente a perdere terreno nel confronto con gli altri paesi, con una % di PIL e una spesa pro-capite inferiori alla media OCSE e che si avvicinano sempre di più ai paesi dell’Europa Orientale». Nessuna luce in fondo al tunnel visto che il DEF 2018, a fronte di una prevista crescita annua del PIL nominale del 3% nel triennio 2018-2020, riduce il rapporto spesa sanitaria/PIL dal 6,6% del 2018 al 6,4% del 2019, al 6,3% nel 2020 e 2021.

Sostenibilità ed esigibilità dei nuovi LEA. Il Rapporto analizza le criticità metodologiche per definire e aggiornare gli elenchi delle prestazioni e quelle che condizionano erogazione ed  esigibilità dei nuovi LEA in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale: «Nell’impossibilità di aumentare il finanziamento pubblico – sottolinea il Presidente – è indispensabile rivalutare complessivamente tutte le prestazioni inserite nei LEA  al fine di attuare un “consistente sfoltimento” e mettere fine all’inaccettabile paradosso per cui in Italia convivono il “paniere LEA” più ricco (sulla carta) ed un finanziamento pubblico tra i più bassi d’Europa».

Spechi e inefficienze. Vengono aggiornate le stime sull’impatto degli sprechi sulla spesa sanitaria pubblica 2017: € 21,59 miliardi erosi da sovra-utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie inefficaci o inappropriate (€ 6,48 mld), frodi e abusi (€ 4,75 mld), acquisti a costi eccessivi (€ 2,16 mld), sottoutilizzo di servizi e prestazioni efficaci e appropriate (€ 3,24 mld), complessità amministrative (€ 2,37 mld), inadeguato coordinamento dell’assistenza (€ 2,59 mld). Rispetto alle stime 2016, si riconosce un recupero complessivo di oltre € 1,3 miliardi, grazie ai numerosi interventi messi in atto.

Espansione del secondo pilastro. «La proposta di affidarsi al “secondo pilastro” per garantire la sostenibilità del SSN – spiega il Presidente – si è progressivamente affermata per l’interazione di vari fattori: in particolare, nelle crepe di una normativa frammentata e incompleta che ha permesso alla sanità integrativa di diventare sostitutiva si è insinuata una raffinata strategia di marketing alimentata da catastrofici, ma inverosimili, risultati sulla rinuncia alle cure». Il Rapporto analizza in dettaglio il complesso ecosistema dei “terzi paganti” in sanità, le coperture offerte, l’impatto di fondi sanitari e polizze assicurative sulla spesa sanitaria e tutti i potenziali “effetti collaterali” del secondo pilastro: dai rischi per la sostenibilità a quelli di privatizzazione, dall’aumento delle diseguaglianze all’incremento della spesa sanitaria, dal sovra-utilizzo di prestazioni sanitarie alla frammentazione dei percorsi assistenziali.

Rispetto alla rivalutazione della “prognosi” del SSN al 2025 secondo le stime del Rapporto GIMBE il fabbisogno del SSN sarà di € 220 miliardi: un incremento stimato della spesa sanitaria totale nel periodo 2017-2025 di € 27 miliardi (€ 9 miliardi pubblica e € 18 miliardi privata) permetterebbe di raggiungere nel 2025 una cifra di poco superiore ai € 184 miliardi. A questi si aggiungerebbero circa € 15 miliardi dal recupero graduale di risorse dal disinvestimento da sprechi e inefficienze (per complessivi € 70 miliardi complessivi nel periodo 2017-2025).  «Nonostante la stima della spesa totale sia conservativa – precisa Cartabellotta – e il disinvestimento estremamente impegnativo, per raggiungere il fabbisogno stimato mancherebbero comunque ancora € 20,5 miliardi, una cifra che impone scelte politiche ben precise». In altri termini secondo il Presidente «visto che la soluzione non è sicuramente rappresentata dal “secondo pilastro”, senza un consistente rilancio del finanziamento pubblico sarà impossibile mantenere un servizio sanitario pubblico equo e universalistico».

Il Rapporto si chiude con il “piano di salvataggio” del SSN elaborato dalla Fondazione GIMBE: «Visto che le azioni del prossimo Esecutivo saranno cruciali per il futuro del SSN – conclude Cartabellotta – i 12 punti programmatici del “piano di salvataggio” costituiranno il riferimento dell’Osservatorio GIMBE per monitorare il programma di Governo per la sanità perché il diritto alla tutela della salute degli italiani è oggi più che mai condizionato da scelte politiche. Se si intende realmente preservare la più grande conquista dei cittadini italiani, oltre ad aumentare il ritorno in termini di salute del denaro investito in sanità, è indispensabile invertire la rotta sul finanziamento pubblico. In alternativa, occorrerà governare adeguatamente la transizione ad un sistema misto, al fine di evitare una lenta involuzione del SSN che finirebbe per creare una sanità a doppio binario, sgretolando i princìpi di universalismo ed equità che da 40 anni costituiscono il DNA del nostro Servizio Sanitario Nazionale».

La versione integrale del 3° Rapporto GIMBE è disponibile all’indirizzo web: www.rapportogimbe.it

 

Nasce Società Mutua Piemonte ETS SMS

Società Mutua Piemonte ETS SMS LogoPinerolo, 17 luglio 2018 – La storica Società Mutua Pinerolese si è trasformata in Società Mutua Piemonte ETS Società di mutuo soccorso. L’Assemblea Straordinaria del 26 giugno, presso la Sala di Rappresentanza del Museo del Mutuo Soccorso di Pierolo, ha approvato il cambio di denominazione ed il nuovo Statuto per l’adeguamento al Codice del Terzo Settore.

“L’Assemblea Straordinaria – dichiara il Presidente Federico Ferro – segna una svolta nell’attività della Società Mutua Pinerolese. Il Codice del Terzo Settore ribadisce il ruolo delle società di mutuo soccorso all’interno della società civile e sancisce la possibilità di essere riconosciute come strumento sussidiario per i cittadini e gli Enti Pubblici”.

Oltre a tale adeguamento, è stato fatto un passo in più, la Società Mutua Pinerolese ha cambiato denominazione in Società Mutua Piemonte. Questa trasformazione si è resa necessaria per lo sviluppo che la Società di Mutuo Soccorso ha avuto negli ultimi anni, uscendo dai confini del Pinerolese e diventando punto di riferimento mutualistico sul territorio regionale.

“Il cambio di denominazione – ha assicurato il Presidente Ferro – non ci farà perdere la nostra identità, le nostre radici. Nel nuovo statuto viene riportata chiaramente la nostra origine, fatta dalle società di mutuo soccorso del territorio e la nostra città di riferimento: Pinerolo. Questo legame ci ha reso quello che siamo e anche se la nostra dimensione acquisisce connotati regionali, la nostra attenzione ai Soci e ai bisogni emergenti delle famiglie continuerà ad ispirarsi ai valori che dal 1996 ci contraddistinguono.”

AIM, Assemblea Generale: Il ruolo delle mutue nella lotta contro la povertà

TallinTallin, 9 luglio 2018 – Dopo l’assise di Roma dello scorso novembre, l’Assemblea generale di mezzo termine dell’AIM (Associazione internazionale della mutualità) si è svolta a Tallin, in Estonia, dal 20 al 22 giugno. L’Assemblea è stata preceduta, come consueto, dalle riunioni congiunte e separate delle diverse Commissioni di area (Latino-America, Africa e Medio Oriente, Europa). La FIMIV, membro italiano dell’AIM, era rappresentata da Valerio Ceffa, membro della Presidenza Fimiv e presidente della Mutua integrativa Insieme Salute Milano.

20 giugno – Il Presidente Christian Zahn ha aperto i lavori ricordando ai partecipanti i valori e la storia della mutualità in un tempo, il nostro, in cui gli interessi economici sono spesso considerati più importanti della salute e del benessere delle popolazioni. Ha inoltre sottolineato il legame con il territorio che accomuna le imprese sociali e le mutue, impegnate a garantire non solo l’accesso all’assistenza sanitaria, ma anche a coprire altri ambiti quali l’istruzione, l’abitazione ecc… necessari per lo sviluppo umano.

Nella sessione congiunta i rappresentanti delle Commissioni si sono confrontati sul ruolo delle mutue nella lotta contro la povertà. In particolare è stata ribadita la specificità delle mutue che operano per garantire l’universalità dei servizi, mettono le persone al centro, non discriminano per religione, razza, età o genere e si assumono la responsabilità di coprire i bisogni inevasi dal sistema pubblico dimostrandosi un modello alternativo di sviluppo più prossimo agli emarginati e alle persone fragili.

Nel suo intervento, il responsabile per l’economia sociale presso la Commissione Europea, Patrick Klein, ha affermato il ruolo delle mutue nell’economia sociale e ha annunciato l’avvio di uno studio dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sull’economia sociale in alcuni paesi del mondo a cui dovrebbe fare seguito una guida internazionale. Ha invitato perciò l’AIM a collaborare con l’OCSE su questo progetto al fine di condividere le buone pratiche dei suoi membri e mostrare l’importante ruolo che le mutue possono e devono svolgere nell’economia sociale. Inoltre, ha invitato l’AIM , da un alto, a proporre una collaborazione o un accordo quadro con la Commissione Europea e, dall’altro lato, i singoli membri dell’AIM a contattare i delegati UE del proprio paese affinché evidenzino e sostengano il ruolo delle società di mutuo soccorso per lo sviluppo economico.

Nello stesso giorno si sono riunite separatamente la Commissione Latino- America, che ha discusso sul rapporto tra stato e mutue evidenziando per queste ultime il vantaggio in termini di autonomia e libertà che deriva dalla loro indipendenza finanziaria, ma anche il rischio di estinzione della mutualità in caso rafforzamento esclusivo del ruolo dello stato in alcune aree, e la Commissione Africa e Medio Oriente, i cui membri si sono confrontati sulle azioni adottate dalle mutue per l’accesso ai farmaci, con particolare riferimento alla riduzione dei prezzi, alla lotta contro i prodotti contraffatti, al controllo delle prescrizioni e della spesa anche in considerazione dell’incremento delle malattie croniche.

21 giugno – La Commissione per gli Affari Europei ha discusso sul tema “Misurare e migliorare la qualità dell’assistenza”, ovvero come misurare la qualità e come trasferire queste informazioni ai pazienti, medici e gli altri attori del settore sanitario. Dalla discussione è emerso che in Germania, dal 2004, tutti gli ospedali devono raccogliere e riportare i dati sulla qualità. I pazienti possono vedere i risultati degli indicatori di qualità degli ospedali in un apposito sito. La ragione è che la Germania ha dei tassi relativamente alti di mortalità negli ospedali. Anche in Svizzera ospedali, farmacie e laboratori sono obbligati a raccogliere e riportare dati sulla qualità che sono pubblicati e comparati. Nel Regno Unito e in Estonia l’obbligo è previsto per gli ospedali. In altri stati, come in Belgio e Paesi Bassi, l’accesso alle informazioni sulla qualità sono limitate perché la raccolta e la pubblicazione non sono obbligatorie.

22 giugno – L’Assemblea Generale si è aperta con l’intervento dell’incaricata del Ministero della salute dell’Estonia che ha parlato a nome del Ministro. Il tema proposto all’Assemblea ha riguardato la compartecipazione al costo delle assistenze a carico del paziente che può contribuire alla sostenibilità ma anche a ridurre l’accesso alle prestazioni. La discussione è stata introdotta con la presentazione di uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità su come i cittadini nei vari paesi europei siano finanziariamente protetti in caso di spesa sanitaria catastrofica. Sono seguiti gli interventi.

Leo Blum, Presidente del gruppo di lavoro sulla prevenzione, ha presentato la posizione dell’AIM per la Salute in tutte le Politiche: le istituzioni europee e tutti gli altri stakeholder, inclusi i membri dell’AIM, dovrebbero assicurarsi che per ogni provvedimento sia preso in considerazione l’impatto sulla salute. La dichiarazione è stata approvata dall’Assemblea generale. A questo proposito il Presidente Christian Zahn, nella sua relazione conclusiva, ha ricordato la Carta sui sistemi sanitari per la salute e il benessere economico che, dieci anni fa, fu adottata proprio a Tallin. Con questo documento è stato evidenziato che un investimento in salute è un investimento per lo sviluppo futuro dell’umanità e che dei sistemi sanitari efficienti sono essenziali in ogni società per migliorare la salute e conseguire l’equità dell’assistenza. “A distanza di dieci anni”, ha affermato Zahn, “abbiamo dimostrato l’impegno a lavorare per liberare il pieno potenziale della salute in tutte le politiche e per migliorare la salute agendo su tutti i fattori determinanti e collaborando tra i settori”.

Infine, l’Assemblea ha preso atto dell’uscita dall’AIM di tre membri provenienti da Croazia, Portogallo e Marocco ed ha approvato l’ingresso di quattro nuovi membri dal Burkina Faso, Portogallo, Cipro e Francia (Inter Mutuelles Assistance – IMA).

A margine dell’Assemblea si è svolto un interessante incontro organizzato dal Presidente di HaigeKassa, membro dell’AIM, sul sistema sanitario estone e sul ruolo della mutua. Finora l’Assemblea dell’AIM si è svolta in città diverse con piena soddisfazione. Tuttavia i suoi membri non sono mai riusciti realmente a conoscere il sistema assistenziale del paese che visitavano. L’iniziativa è stata, perciò, un esperimento finalizzato a conoscere il sistema sanitario dell’Estonia invece di discutere di temi generali.

Il seminario si è rivelato molto interessante. Per esempio è emerso che in Estonia il settore delle cure primarie è dominato dalle donne. Il 93% dei medici di famiglia è una donna e il 70% di loro ha più di 51 anni. Il ruolo della badante anche in questo paese sta diventando sempre più importante. Inoltre, è stato organizzato un sistema di consultazione elettronica che consente ai medici di base di confrontarsi con gli specialisti. Nel sistema assistenziale estone i servizi elettronici svolgono una funzione sempre più rilevante per esempio per assicurare l’assistenza adeguata alla popolazione nelle aree più remote del paese.